Sacro Cuore di Gesù nei discorsi di Papa Francesco
La pietà popolare valorizza molto i simboli e il Cuore di Gesù è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio; ma non è un simbolo immaginario, è reale, che rappresenta il centro, la fonte di cui è sorgente la salvezza per l’umanità intera. Nei Vangeli troviamo diversi riferimenti al Cuore di Gesù, ad esempio nel passo in cui Cristo stesso dice: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11, 28-29).
Giovanni riconobbe in quel segno, apparentemente casuale, il compimento delle profezie: dal cuore di Gesù, Agnello immolato sulla croce, scaturisce per tutti gli uomini il perdono e la vita.
Ma la misericordia di Gesù non è solo un sentimento, è una forza che dà la vita, che risuscita l’uomo! Ce lo dice anche il Vangelo di oggi, nell’episodio della vedova di Nain (Lc 7, 11-17) … Dice l’evangelista Luca: “Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei (v. 13). Questa “compassione” è l’amore di Dio per l’uomo, è la misericordia, cioè l’atteggiamento di Dio a contatto con la miseria umana, con la nostra indigenza, la nostra sofferenza, la nostra angoscia. Il termine biblico “compassione” richiama le viscere materne: la madre infatti, prova una reazione tutta sua di fronte al dolore dei figli. Così ci ama Dio, dice la Scrittura (…).
Il Signore ci guarda sempre con misericordia; non dimentichiamolo, ci guarda sempre con misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona. È pura misericordia! Andiamo da Gesù!
Rivolgiamoci alla Vergine Maria: il suo cuore immacolato, cuore di madre, ha condiviso al massimo la “compassione” di Dio, specialmente nell’ora della passione e della morte di Gesù. Ci aiuti Maria ad essere miti, umili e misericordiosi con i nostri fratelli.
(Tratto dall’Angelus del 9 giugno 2013)
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(…) Gesù non è venuto a conquistare gli uomini come i re e i potenti di questo mondo, ma è venuto con mitezza e umiltà. Così si è definito Lui stesso: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11, 29). È il senso della festa del sacro Cuore di Gesù, che celebriamo oggi, è quello di scoprire sempre più e di farci avvolgere dalla fedeltà umile e dalla mitezza dell’amore di Cristo, rivelazione della Misericordia del Padre. Noi possiamo sperimentare e assaporare la tenerezza di questo amore in ogni stagione della vita: nel tempo della gioia e i quello della tristezza, nel tempo della salute e in quello dell’infermità e della malattia.
(…) Cari fratelli, in Cristo noi contempliamo la fedeltà di Dio. Ogni gesto, ogni parola di Gesù lascia trasparire l’amore misericordioso e fedele del Padre. E allora dinanzi a Lui ci domandiamo: com’è il mio amore per il prossimo? So essere fedele? Oppure sono volubile, seguo i miei umori e le mie simpatie? Ciascuno di noi può rispondere nella propria coscienza. Ma soprattutto possiamo dire al Signore: Signore Gesù, rendi il mio cuore sempre più simile al tuo, pieno di amore e di fedeltà.
(Tratto dalla lettera di Papa Francesco al Policlinico Gemelli del 27 giugno 2014).